Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025, il panorama dei bonus edilizi sta attraversando una nuova fase di evoluzione. In particolare, il Superbonus e l’Ecobonus – due tra le agevolazioni fiscali più utilizzate dagli italiani negli ultimi anni – sono stati oggetto di modifiche significative. Il governo ha rivisto i criteri di accesso, le aliquote di detrazione e le modalità operative di queste misure con l’obiettivo di rendere il sistema più sostenibile dal punto di vista dei conti pubblici, senza però rinunciare completamente al sostegno per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio. A partire dal 1° gennaio 2025, entrano infatti in vigore nuove regole per accedere agli incentivi. Il Superbonus, che fino al 2023 garantiva una detrazione del 110%, sarà definitivamente riconfigurato con aliquote più basse e requisiti più stringenti. L’Ecobonus continua a essere accessibile ma con alcune precisazioni nelle categorie di interventi ammissibili.
In questo articolo esamineremo nel dettaglio cosa cambia a partire dal 2025 per chi intende ristrutturare casa o renderla più efficiente dal punto di vista energetico. Analizzeremo quali agevolazioni restano, chi potrà beneficiarne e quali sono le prospettive future nel contesto delle politiche italiane ed europee per la transizione ecologica.
Superbonus ed Ecobonus: evoluzione e funzionamento
Il Superbonus e l’Ecobonus sono due misure fiscali introdotte dal governo italiano per incentivare gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica sugli edifici. Entrambi rientrano in un più ampio disegno di politica ambientale e di tutela del patrimonio edilizio, volto a ridurre le emissioni di CO₂, migliorare la sicurezza delle abitazioni e stimolare il settore edilizio. Il Superbonus è stato introdotto con il Decreto Rilancio (DL 34/2020) e prevedeva inizialmente una detrazione fiscale del 110% per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 per specifici interventi “trainanti” (come isolamento termico, sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale, interventi antisismici) e “trainati” (come installazione di pannelli fotovoltaici o colonnine di ricarica per auto elettriche), a patto che gli edifici migliorassero almeno due classi energetiche.
L’Ecobonus, invece, è attivo da molto prima – introdotto nel 2007 – e prevede detrazioni fiscali variabili dal 50% al 65% per interventi di efficienza energetica, come la sostituzione di infissi, l’installazione di caldaie a condensazione o pompe di calore, e la coibentazione di tetti e pareti. Entrambe le misure hanno avuto un enorme successo: secondo i dati ENEA, il solo Superbonus ha attivato più di 120 miliardi di euro di investimenti dal 2020 al 2023. Tuttavia, il crescente impatto sulla spesa pubblica ha portato il governo a rivedere il meccanismo per garantirne la sostenibilità. Ecco quindi perché nel 2025 si prospettano novità importanti.
Modifiche principali per i bonus edilizi a partire dal 2025
Con la Legge di Bilancio 2025, il Superbonus subisce una trasformazione importante: l’aliquota massima di detrazione scende al 70%, con l’introduzione di una serie di limiti e scalini progressivi che ne riducono l’applicabilità per alcune categorie di cittadini. Di seguito i punti salienti. L’aliquota del 70% sarà in vigore per il 2025, in linea con la riduzione già avviata nel 2024 (già scesa al 90% nel 2023 e al 70% nel 2024 per determinati immobili); lo sconto in fattura e la cessione del credito vengono soppressi per contenere gli abusi. Resta solo la possibilità della detrazione diretta nella dichiarazione dei redditi, spalmata su dieci anni; l’accesso è limitato ai condomìni e agli edifici con determinate caratteristiche: gli edifici unifamiliari non avranno più diritto all’agevolazione, salvo eccezioni per casi di disabilità o ISEE inferiore a 15.000 euro annui.
Per l’Ecobonus resta la detrazione tra il 50% e il 65% a seconda degli interventi ma, come per il Superbonus, viene abolita la cessione del credito. Le detrazioni continueranno su 10 rate annuali. Inoltre, per verificare l’effettivo salto di qualità energetica richiesto per il Superbonus, sarà obbligatorio allegare una doppia certificazione APE (attestato di prestazione energetica) pre e post intervento, comportando un ulteriore passo burocratico e costi a carico del cittadino.
La riforma dei bonus edilizi: attori coinvolti e reazioni
Il processo di riforma dei bonus fiscali per l’edilizia è stato promosso principalmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con la collaborazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha più volte evidenziato l’insostenibilità a lungo termine del Superbonus, responsabile – secondo le stime del MEF – di oltre 100 miliardi di euro di oneri per lo Stato. Anche l’ENEA è un attore fondamentale: fornisce i dati tecnici sull’impatto ambientale degli interventi finanziati e verifica la conformità dei progetti rispetto ai criteri di efficienza energetica. Importante, inoltre, è il ruolo dell’Agenzia delle Entrate, che gestisce i meccanismi fiscali e ha il compito di controllare la correttezza delle richieste di detrazione.
Dal fronte politico, la revisione del Superbonus ha generato dibattiti accesi. Alcuni partiti dell’opposizione, come M5S e PD, hanno criticato le nuove limitazioni, denunciando il rischio di frenare l’occupazione e rallentare la transizione ecologica. Altri, come Lega e Fratelli d’Italia, sostengono la necessità di un maggiore controllo sulla spesa pubblica. Le nuove regole per accedere ai bonus saranno quindi diverse, e gli interessati dovranno fare molta attenzione per capire se, come e quanto potranno beneficiare delle agevolazioni ancora disponibili. Il nuovo sistema si basa su una maggiore responsabilizzazione del cittadino e su una distribuzione più equa delle risorse pubbliche.
Cambiamenti per le famiglie e il settore delle costruzioni
Per le famiglie italiane interessate a ristrutturare casa o rendere il proprio immobile più efficiente dal punto di vista energetico, il cambiamento del 2025 segna una svolta importante. Con l’abolizione della cessione del credito e dello sconto in fattura, infatti, diventa necessario anticipare interamente la spesa e poi attendere i rimborsi fiscali suddivisi in dieci anni. Questo potrebbe scoraggiare molti cittadini con reddito medio o basso, che non dispongono di liquidità immediata.
Tuttavia, per chi ha la possibilità di investire, la detrazione fiscale continuerà a rappresentare un incentivo utile, soprattutto considerando le bollette energetiche in crescita e l’urgenza della riqualificazione energetica. Le famiglie, quindi, dovranno valutare in modo più oculato e consapevole gli interventi da realizzare, consultando professionisti del settore e verificando l’effettiva convenienza dell’investimento. Le nuove regole stanno dividendo esperti e operatori del settore.
Alcuni, come il presidente di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), hanno accolto con favore la stretta sul Superbonus per evitare distorsioni nel settore edilizio; altri denunciano una brusca frenata agli investimenti in efficienza energetica in un momento cruciale per la transizione ecologica.
Il nuovo sistema punta a riportare i bonus sotto il controllo di una logica fiscale più tradizionale, evitando situazioni speculative e garantendo la continuità dell’investimento privato in ambito edilizio, ma in una cornice più sostenibile per il bilancio dello Stato.